Chi pensa che la cucina giapponese sia esclusivamente sinonimo di crudi, rimane stupito quando scopre la grande poliedricità della scuola nipponica. Realtà storiche come il ristorante Zen, aperto in zona Missori dalla fine degli anni ’90, ne sono un esempio. «Accanto a sushi, tartare e sashimi – racconta il giovane titolare Leonardo – abbiamo sezioni dedicate a tempura, udon, soba e gyoza. Non mancano poi piatti cotti sulla tipica piastra teppan, come il merluzzo nero dell’Alaska con salsa di miso o il maguro no teriyaki (tonno scottato in crosta di sesamo). Sempre più richieste sono le proposte a base di Wagyu, che offriamo nella variante Miyabi qualità A5 con manzi allevati da 31 a 36 mesi». Quest’ultimo si può gustare come filetto, ripieno nei ravioli con il tartufo nero o ancora nei nigiri con foie gras. Sake e un’ampia carta vini, infine, in abbinamento.