Finalmente arriva in Italia anche la scuola culinaria uruguaiana. In campo per il progetto è sceso il rinomato parrillero Maximiliano Campari, ambasciatore uruguaiano della carne durante EXPO. «è un progetto – racconta – nato tra amici (in foto), grazie alla generosità del calciatore Diego Laxalt, che ci ha finanziato, e alla visione dell’imprenditore, nonché mio socio, Gerardo Pappacena. L’idea è far conoscere la tradizione gastronomica del mio Paese dove, in ogni casa alla sera, si accende una griglia e si celebra il rituale dell’asado». Tutto gira intorno alla parrilla e la figura del parrillero diventa cruciale. «Sono tre gli elementi – continua – che ci differenziano dalle altre cucine e che sono i grandi punti di forza del nostro ristorante. Il primo è la tipologia della griglia, lunga due metri e con un grande braciere centrale. La brace viene poi posizionata sotto la griglia, in quantità ideale, a seconda del tipo di carne e cottura. L’altro aspetto è che la brace è fatta utilizzando legno e non carbone, nello specifico legna di faggio e ulivo, come i veri gauchos. Questo fa sì che l’affumicatura sia diversa, garantendo alla carne un sapore unico, più naturale. L’altro punto è la qualità della materia prima. Nel mio Paese i Black Angus vivono allo stato brado in immense mansioni, si muovono liberi e si nutrono di erba dei campi. Questo si traduce in una carne con caratteristiche di eccellenza uniche». In carta sfila così il meglio del repertorio uruguaiano: lomo, bife ancho, bife angosto, picanha, vacio. Non mancano poi piatti tipici come il Chivito, la Milanesa Napolitana e le Empanadas cotte nel forno a legna. Altra grande sorpresa è il vino. L’uvaggio principe è il tipico Tannat, un vitigno originario di Bordeaux, che trapiantato secoli fa è diventato rigoglioso e potente in terra charrua. L’ambiente del convivio infine è un’elegante villa Liberty di inizio ‘900 ristrutturata. Prezzo medio 45€ vini esclusi. Via Amilcare Ponchielli, 30 – Busto Arsizio (VA).