«È nei locali che si crea la tendenza». Sono le parole di Pino Scalise, l’imprenditore fondatore di uno dei principali gruppi cittadini: nel 1994 Loolapaloosa e Casablanca, poi il Pitbull Cafè, nel 2001 il Gattopardo Cafè e successivamente lo Chatulle Restaurant e il Kineo Cafè; poi, infine, è arrivata, «come coronamento di un sogno» ammette lui stesso, nel 2017, Bullona. Per quest’ultimo progetto sono stati necessari anni di lavoro ad iniziare dallo studio del restauro conservativo e della trasformazione in ristorante di quella che rappresenta oggi una delle ultime testimonianze di architettura ferroviaria di inizio secolo, a cavallo, per forma e stile, tra il periodo Liberty e quello Razionalista. «Il risultato di un’attività è sempre frutto di un percorso imprenditoriale, di una passione e di un’esperienza specifica. Le migliori realtà nascono da una profonda visione d’insieme. Nel nostro caso è stata quella di creare un gruppo diversificato per offrire a target eterogenei il servizio più appropriato, completo ed integrato, dall’entertainment, al clubbing, alla ristorazione. Ma non basta, questo è solo il punto di partenza. Il segreto? Ci sono cinque regole empiriche che ho sempre seguito. La prima è far percepire al pubblico un pathos vincente e per farlo ci deve essere omogeneità: di intenti, di spirito, di ambiente e di target. La disomogeneità crea confusione e porta fuori strada. Il secondo aspetto è garantire sempre una completa soddisfazione delle esigenze. Sono queste ultime il motore di tutto. Se il cliente è soddisfatto torna. In questo ambito vale la terza regola: nella fase di progettazione è necessario essere da un lato visionari dall’altro attuali proprio per percepire e anticipare le esigenze del pubblico e proiettarle nel futuro». Per Scalise conta poi essere già del mestiere, perché aiuta in termini di
credibilità. Infine, il quinto e ultimo suggerimento attiene al punto di vista personale perché «caratterialmente non bisogna cedere di un centimetro e bisogna sempre crederci, fino in fondo».