A oltre settant’anni lo si può ancora trovare, ad inizio mattinata, mentre controlla le materie prime in arrivo e parla con i vari fornitori, a partire da quelli del riso, di cui ne viene utilizzato mediamente un quintale a settimana. Hirazawa Minoru, detto Shiro, con la sua passione e l’inconfondibile sorriso, è il volto e l’anima di Poporoya. Iconico sushi-bar di via Eustachi, vanta un storia lunga oramai 43 anni. Un percorso che coinvolge più generazioni e che vede ora al suo fianco la figlia Mami, mente creativa alla continua ricerca di novità, eccellenze e partnership, che consentano di creare un filo diretto con il Giappone.
«Da diversi anni – raccontano – collaboriamo con la Prefettura di Yamaguchi, che si trova sull’isola di Honshu, a sud-est di Hiroshima. Proponiamo il loro the verde Honochu, privo di calorie e dal gusto deciso; oppure, stagionalmente, i prodotti a base di Natsumikan, agrume unico al mondo ed ibrido naturale tra arancio amaro e pompelmo. Non dimentichiamo infine le birre Yamaguchi, di nuovo in arrivo a breve: stout, pale ale, weizen e red ale».
In tavola, nei dehors climatizzati pronti per affrontare la stagione autunnale, arriva così un compendio autorevole della scuola classica nipponica. Accanto all’iconico chirashi, ai roll ed ai temaki, sfilano in questi giorni anche piatti caldi come il tofu fritto in salsa di soia con tonno secco, cipollotti e zenzero; gli yakitori marinati e i Domburi. Tre le versioni:anguilla alla griglia, maiale impanato con uovo o spiedini di pollo, adagiati su un letto di riso e serviti all’interno di scodelle tradizionali.