Sciatt à porter: un rifugio metropolitano

Ricerca e passione per l'artigianalità valtellinese
di
  • Clara Mulas
13 ottobre 2020
«Mangiare è la gioia dello spirito e della condivisione, riuniti assieme ai propri affetti ed amici attorno alla tavola. Il cibo è un mezzo per vivere convivialità, passioni ed emozioni, ed esprime l’amore di chi lo produce. In questo caso si tratta di piccole realtà di un territorio impervio come quello valtellinese». A parlare è Emma Marveggio, sondriese d’origine e milanese d’adozione alla guida di Sciatt à Porter. «Le persone, soprattutto in questo periodo storico che ha cambiato la percezione di molti aspetti della vita, hanno semplicemente voglia di stare bene e di dare valore al proprio tempo.
Sciatt à Porter è un rifugio metropolitano nella sua accezione più autentica: un luogo dove sentirsi protetti, come tra le mura domestiche, e dove godere di una cucina che scalda il cuore e l’anima». Una cucina genuina ed autentica, con materie prime acquistate da produttori artigianali scoperti tra malghe, alpeggi, stalle e aziende vitinicole.
Il menù affianca così gli iconici sciatt (bignè di grano saraceno ripieni di formaggio Casera fuso) a pizzoccheri, taroz, bresaola in sette varianti e dolci come il crem caramel con uovo di selva, variante biologica che arriva da galline allevate in un bosco di castagni a 600 metri d’altitudine.
La carta vini è un inno ad un territorio dove le uve Nebbiolo riescono a regalare grandi etichette, dall’Inferno al Sassella per arrivare allo Sfurzat. Molte di queste crescono in speciali terrazzamenti ricavati dalla montagna, grazie all’arte dei muretti a secco, che nel 2018 è stata stata riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
Prezzo medio: 30€ vini esclusi.
SCIATT À PORTER – Viale Monte
Grappa, 18. Tel. 02.63470524.
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